Loc. Nurazzolas, snc
09040 - Villaputzu (CA)
Sardegna
ITALIA
P.IVA: 02701710929
CIN: IT111103B5000A0334
A una decina di km dall'agriturismo Nurazzolas troviamo le rovine del Castello di Quirra, per lungo tempo residenza dei Carroz, signori del grande feudo.
L’area del castello venne utilizzata fin dal paleolitico, localizzata sopra un monte alto 296 metri, garantiva una posizione dominante e strategica. In alcune aree, nelle vicinanze del castello, sono state ritrovate numerose cavità, in cui sono stati rinvenuti resti di insediamenti umani risalenti al paleolitico e al neolitico antico.
Il Castello di Quirra, fu edificato nel periodo antecedente il 1296-97, dai Giudici di Cagliari, e proprio a causa della sua importanza politica, militare ed economica, il castello subì numerosi assedi. Avere il controllo del Castello di Quirra, significava avere il controllo non solo della costa, ma anche delle ricche miniere situate all’interno.
Tra le tante storie e leggende degne di nota che riguardano il Castello di Quirra vi sono sicuramente quelle che riguardano le due signore più note della famiglia Carroz: Eleonora e Violante.
La prima narra che Berengario Carroz che essendosi innamorato perdutamente di Donna Eleonora Manriquez, cugina della regina d’Aragona, fece uccidere la moglie nel castello accusandola falsamente di tradimento.
La seconda leggenda ha come sfondo invece, il percorso che erano soliti seguire i Carroz, per andare al proprio palazzo di Ales; la leggenda vuole che un conte di Mandas, anch’egli perdutamente innamorato della figlia di un conte di Quirra l’avesse chiesta in sposa pur sapendo di non essere corrisposto. La giovane donna allora, forse per scoraggiare il conte gli promise che lo avrebbe sposato se costui fosse andato a prelevarla attraverso questo tragitto su una carrozza trainata da 4 cavalli bianchi; la figlia del conte, che conosceva il tragitto, noto oggi come “Sa Scala de Sa Contissa” il quale collegava il castello all’altopiano del Monte Cardiga, sapeva anche che era praticamente impossibile che il conte ci potesse riuscire, vista la larghezza irrisoria e l’elevata pendenza della “scala”. Il conte malgrado tutto riuscì nel suo intento e la giovane donna dovette acconsentire a partire con lui, ma quando il cocchio arrivò nuovamente alla “scala”, il cuore della giovane donna non resistette alla sofferenza portata dalla partenza e morì tra le braccia del suo spasimante.